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L’analisi delle caratteristiche intrinseche e visive delle varie tipologie di coperture oggetto di intervento è parte fondamentale per la corretta valutazione dei rischi, in primis rischio caduta e scivolamento, e la predisposizione degli opportuni documenti legati anche alle future manutenzioni.

Il Fascicolo dell’Opera piuttosto che l’eventuale Elaborato Tecnico della Copertura per la sintesi progettuale dei sistemi anticaduta predisposti, offre il fianco del Professionista che lascia una fondamentale eredità progettuale ad uso e consumo del committente e dei futuri manutentori chiamati da quest’ultimo ad intervenire sulla copertura dell’involucro edilizio.

Partiamo quindi da una sintetica analisi dei rischi più comuni per opere in copertura, che rispecchia fedelmente anche le incidenze infortunistiche più rilevanti per operatori in quota; il primo aspetto è sicuramente la caduta da bordi laterali del perimetro delle coperture con conseguenze mortali per l’operatore.

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Questa problematica può ridurre le sue conseguenze se l’altezza di caduta si riduce ma allo stesso modo molte delle normative locali sul tema linee vita e sistemi anticaduta per lavori in copertura (o facciate) pone spesso dei limiti di applicazione legata appunto alla distanza tra quota in gronda e piano calpestabile a terra.

Il tutto può trarre in inganno il Professionista che dovrà procedere alla redazione di un Fascicolo dell’Opera o (nel caso) all’Elaborato Tecnico della Copertura, con il pericolo di sottovalutare ogni e possibile rischio anche per lavori con piano di intervento entro i 2,00 mt. dal suolo.

https://youtu.be/5NikEq5xAbg

Ricordo che la Cassazione si è già espressa in numerose occasioni sull’argomento degli infortuni occorsi ai lavoratori che operavano anche a quote inferiori ai 200 cm. da terra, ma senza un’opportuna analisi del rischio e relativi accorgimenti di sicurezza. Detto ciò non è quindi la distanza dal suolo a poter garantire una maggiore leggerezza in sede di valutazioni preliminari e progettuali da parte del Professionista.

Altro rischio rilevante è lo scivolamento sul piano di lavoro che può comportare traumi da impatto anche senza la caduta a terra dell’operatore. Inoltre questo rischio può innescare anche la caduta per sfondamento del piano di lavoro in copertura nel caso in cui il corpo dell’operatore transiti fuori controllo su zone non calpestabili.

Proprio lo sfondamento dal piano di lavoro in copertura è la maggior casistica di infortunio riscontrabile dai dati statistici forniti dalle Istituzioni; lucernari o piani di lavoro non verificabili in modo preliminare tramite schede tecniche dei materiali piuttosto che pacchetti di copertura la cui vetustà o scarsa manutenzione hanno comportato una diminuzione della resistenza al transito possono trarre in inganno professionisti e datori di lavoro.

Cosa dobbiamo tener presente dunque come aspetti di dettaglio che possono generare infortuni:

 

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