BLS
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Lo scopo del BLS (Basic Life Support = Supporto di Base delle Funzioni Vitali) è quello di riconoscere prontamente una situazione di emergenza, allertare correttamente il soccorso sanitario e intervenire precocemente, con manovre corrette, finalizzate al sostegno delle funzioni vitali per garantire la possibilità di sopravvivenza della vittima dell’evento.
L’intervento con le manovre di fMEE (RCP) - se necessario - ha come obiettivo quello di evitare il danno anossico cerebrale, ovvero la morte per mancanza di ossigeno delle cellule di cui è composto il cervello le quali, una volta danneggiate, non assolvono più alla loro funzione. Il danno anossico cerebrale si instaura su soggetti in cui siano compromesse o mancanti le funzioni vitali, cioè:

  •  la coscienza
  • il respiro
  • il circolo

L'intervento con le manovre di rianimazione cardiopolmonare di base (RCP), è finalizzato al mantenimento dell’ossigenazione del soggetto, fino all’arrivo del soccorso sanitario avanzato (ALS), intendendo con questo termine le tecniche e le terapie applicate da una équipe di soccorso comprendente personale sanitario professionista (medico e/o infermiere).

DANNO ANOSSICO CEREBRALE

Quando il cuore si arresta, indipendentemente dalla causa dell’arresto, non è più in grado di contrarsi e, di conseguenza, di fare circolare il sangue nei vasi sanguigni, cioè nelle arterie e nelle vene (assenza di circolo). Accade anche a volte che il cuore continui a svolgere la sua attività di pompa, ma la vittima non abbia un respiro spontaneo. In questo caso il sangue mandato in circolo dal cuore, privo come è di ossigeno non permette la sopravvivenza degli organi vitali. L’ossigeno in queste circostanze non raggiunge più gli organi.

 

Questo evento provoca immediatamente:

  •  l’arresto della funzione di respirazione – il soggetto smette di respirare;
  • la mancanza di adeguata ossigenazione al cervello - anossia cerebrale.

L’“anossia cerebrale” inizia dopo circa 4-6 minuti dal momento in cui il sangue ha smesso di trasportare ossigeno, ma dopo circa 10’ provoca danni irreversibili: le lesioni che si sono prodotte non potranno essere più recuperate, in quanto le cellule celebrali non hanno la
capacità di rigenerarsi.

Ciò significa che, se il tempo trascorso dall’inizio dell’evento, in assenza di supporto vitale, sia stato tale da provocare danno anossico cerebrale irreversibile, anche se la circolazione sanguigna fosse successivamente ripristinata, si avrebbero degli effetti invalidanti con conseguenze gravi, quali l’incapacità di condurre una vita normale, la mancata autosufficienza, l’impossibilità di parlare, udire, muoversi, relazionarsi con gli altri ecc.

La messa in atto di adeguate procedure di rianimazione cardio polmonare (RCP) ha lo scopo, quindi, di mantenere una ossigenazione “d'emergenza”, agendo dall’esterno sul cuore e provocando la sua contrazione in maniera “artificiale”. Allo stesso tempo, le procedure di RCP consentono di immettere aria ossigenata nei polmoni della vittima, rifornendo il sangue di ossigeno.
Il danno anossico cerebrale si previene con procedure di soccorso rapide ed efficaci, ovvero con la corretta applicazione della "catena della sopravvivenza".

LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA

Con “catena della sopravvivenza” indichiamo una serie di azioni che devono essere eseguite in sequenza, tutte di uguale importanza, tutte da attuare in presenza di una vittima in cui non siano presenti la coscienza e/o la respirazione e/o la circolazione, che se attuate tutte efficacemente, si potrà ottenere il massimo di possibilità di sopravvivenza per la vittima.

catena della sopravvivenza

catena della sopravvivenza

Vediamo quali sono gli anelli di questa catena:

  1. Attivazione precoce del sistema di emergenza e pronto riconoscimento dei segni di allarme per l’accesso immediato al sistema di emergenza (118 oppure un sistema di emergenza interno al luogo dell’evento).
  2. Inizio precoce delle procedure di rianimazione cardio polmonare (RCP)
  3. Impiego precoce del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE)
  4. Inizio precoce del trattamento avanzato (ALS).

LA MORTE CARDIACA IMPROVVISA

Per “morte cardiaca improvvisa” si intende la cessazione brusca ed inattesa dell’attività respiratoria e circolatoria in vittime con o senza malattia cardiaca nota, con o senza segni premonitori, che interviene entro un’ora dalla sintomatologia acuta.
I segni e i sintomi che possono predire un problema di origine cardiocircolatoria sono:

 

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