In un fact sheet pubblicato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Istituto si fa il punto sulle infezioni trasmesse da vettori, note come zoonosi vettore trasmesse, e sui pericoli per chi lavora all’aria aperta
Le infezioni trasmesse dagli artropodi all’uomo, tecnicamente definite zoonosi vettore trasmesse, rappresentano un problema importante all’interno della sanità pubblica. Negli ultimi anni sono progressivamente aumentati in Europa e nel nostro Paese i casi importati e autoctoni di patologie virali di origine tropicale, dovuti sia ai cambiamenti climatici che ad altri fattori naturali e antropici, come le migrazioni, le modifiche ambientali, l’espandersi dell’agricoltura intensiva, l’incremento dei viaggi e del commercio di animali.
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Gli interventi del Ministero della Salute in Italia. Nel nostro Paese, a partire dal 1995, il Ministero della Salute ha diffuso circolari su alcune infezioni allarmanti e sulle misure da attuare, fra cui quella relativa alla Chikungunya, malattia virale caratterizzata da febbre e forti dolori trasmessa all’uomo da zanzare infette, che destò allarme a fine 2017, in particolare a Roma e nel Lazio. In appendice al testo, il fact sheet le riepiloga in un’utile tabella realizzata su fonti del Ministero e del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, accanto ad un’altra che riporta le principali zoonosi vettore trasmesse in Europa e in Italia insieme alle indicazioni di alcuni casi occupazionali riportati nella letteratura scientifica di riferimento.
I lavoratori a rischio e le misure di prevenzione. Riguardo ai pericoli a cui si può andare incontro, la nota segnala che sebbene il rischio da punture di zanzare e pappataci e da morsi di zecche riguardi tutta la popolazione, a esserne colpiti professionalmente sono principalmente i lavoratori che svolgono la loro attività all’aria aperta. Per essi, il datore di lavoro ha l’obbligo, in conformità alle norme d.lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni, di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori attraverso idonee misure di protezione e prevenzione nonché di profilassi. In particolare, segnalano i ricercatori del Dimeila, solo per l’encefalite sono a disposizione vaccini sicuri raccomandati per contadini, per il personale militare operante in zone di pericolo infettivo, e per viaggiatori ad alto rischio diretti ad aree endemiche.
Le principali norme di condotta. L’ultima tabella contenuta nella nota segnala, infine, anche alcune norme comportamentali e di controllo ambientale da adottare. In particolare, tra le prime, l’utilizzo di indumenti chiari o che non lascino scoperte parti del corpo, mentre fra le seconde viene raccomandato l’uso di repellenti per insetti o l’installazione di barriere meccaniche come zanzariere o impianti di condizionamento.
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