La Regione Friuli Venezia Giulia ha affrontato il tema dei lavori in quota su coperture e relativi apprestamenti anticaduta solamente tramite la pubblicazione di “Linee guida per la Prevenzione di Cadute dall’alto – lavorare in sicurezza sulla copertura degli edifici” (scaricabile nel download); il documento, edito con la collaborazione della A.S.S. n. 1 Triestina, A.S.S. n. 2 Isontina e della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste (autori Ing. R. Simoni – T.d.P. G. Orpelli – Ing. G. Di Guida – Dott.ssa E. Fania – Ing. V. Bozzetto, Ing. E. Adamolli), offre dei suggerimenti, il linea con al Normativa Comunitaria e Nazionale in vigore nell’anno 2006, in merito all’operatività per lavori in quota superiori a mt. 2,00 (nello specifico su coperture) a tutti i soggetti che ricoprono una parte attiva nella filiera lavorativa, a partire dal Committente, fino all’eventuale nomina del Coordinatore per la Sicurezza per arrivare al Datore di Lavoro.
Viene infatti data una classificazione inerente la praticabilità o meno della copertura in oggetto e se la stessa può definirsi protetta o meno dal rischio di caduta dall’alto, in base alla presenza/assenza di sistemi di protezione collettiva.
La stessa potrà altresì definirsi percorribile o non percorribile a causa di mancanza di dati certi sulla portanza strutturale, piuttosto che la presenza di eventuali reti elettriche aeree o di licernari non calpestabili, ecc…
In via preliminare all’accesso alla copertura dovrà essere eseguita una valutazione generale in merito a:
– la possibilità di eseguire la visita/intervento senza accedere direttamente alla copertura;
– accertarsi dello stato manutentivo della struttura;
– pianificare l’operazione in modo da ridurre i tempi di permanenza;
– rischi potenziali e sistemi di sicurezza atti a ridurre/eliminare tali rischi;
– condizioni meteorologiche;
– deposito temporaneo di materiali in quota.
Il documento indica anche una serie di schede tecniche esemplificative relative all’operatività sulla copertura in base a diverse caratteristiche con la descrizione dei dispositivi di Protezione Collettiva e dei dispositivi di Protezione Individuale necessari.
Appare evidente come la Linea Guida abbia carattere informativo descrittivo dedicato soprattutto ai Committenti ed ai Datori di Lavoro, con l’inclusione dei Professionisti nominati come Coordinatori per la Sicurezza.
Nella parte finale viene affrontata anche la tematica dei punti di ancoraggio soprattutto da un punto di vista operativo, tralasciando quanto necessario al fine di una valutazione progettuale per l’installazione delle stesse.
La stessa linea informativa è presente anche all’interno dell’altra Linea Guida inerente “Pensare prima alla sicurezza – indicazioni per la prevenzione delle cadute dall’alto nel montaggio e manutenzione di strutture prefabbricate” edito dalla Regione con la compartecipazione della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste, la A.S.S. 6 “Friuli Occidentale” e la A.S.S. 3 “alto Friuli” (scaricabile nel download).
Sarebbe auspicabile da un punto di vista Tecnico un approfondimento legislativo regionale in merito a standard ben definiti di valutazione, progettazione e manutenzione dei sistemi anticaduta e per quali casistiche d’intervento la procedura dovrebbe essere attivata, similmente alle altre Regioni ove tali norme specifiche sono già attive.
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