22 Giugno 2020 :: di Redazione Tecnica

In che modo possiamo riconoscere mascherine fasulle o comunque comprendere se effettivamente il dispositivo di protezione individuale è realmente un DPI o altro?.

Lo spunto a questa riflessione ci viene dalle numerose mail che sono pervenute alla nostra Redazione in merito alla difficoltà di Professionisti e Datori di Lavoro ma anche per gli stessi rivenditori, di orientarsi in questo mare magnum di dispositivi (o presunti tali).

Il primo aspetto da sottolineare è che il dispositivo non è riconosciuto solo perchè è essere stata presentata la validazione in deroga all'INAIL. La conferma a questa considerazione viene proprio dallo stesso IStituto che ha risposto ad alcune FAQ presenti nel link di cui sopra, tra cui estrapoliamo:

Tre giorni fa ho inviato una pec per richiedere all’Inail la validazione straordinaria ed in deroga dei DPI prevista dal decreto-legge c.d. “Cura Italia”. Posso ritenere automaticamente accolta la mia domanda per silenzio-assenso?

No. Il decreto-legge non attribuisce alcun valore di accoglimento dell’istanza alla mancata pronuncia dell’Inail nel termine di tre giorni.
Infatti il silenzio assenso, a norma dell’articolo 20, comma, 4, della legge 241/1990, non opera per gli atti e i procedimenti rilasciati dalle Amministrazioni preposte alla salute e alla pubblica incolumità, diritti costituzionalmente garantiti.
Nel caso di specie, l’attuale contesto di emergenza sanitaria ha indotto il Legislatore a consentire all’Inail l’attivazione di procedure autorizzative semplificate –limitatamente al periodo emergenziale- per assicurare la disponibilità di DPI sul mercato, che garantiscano la salute e la sicurezza dei lavoratori.

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Ecco dunque che il primo punto critico nella valutazione dell'eventuali mascherine fasulle. Passiamo ora ad alcuni esempi grafici, estrapolati da autorevoli fonti, che sono vere e proprie certificazioni DPI FAKE, molto comuni anche perchè alcune di queste ci sono state inviate proprio da aziende e rivenditori.