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Il fattore economico per l’allestimento di uno o più ponteggi è evidente maggiore di quello necessario alla sua alternativa in fune. Anche per quanto riguarda il confronto economico con le piattaforme di lavoro, non è difficile riconoscere che i costi nell’utilizzo dell’attrezzatura sono maggiori. A questa riflessione si affianca l’aspetto burocratico relativo ai permessi quali, ad esempio, la richiesta di occupazione di suolo pubblico nell’utilizzo di ponteggi o la verifica della portata delle solette carrabili, nel caso di utilizzo di piattaforme di lavoro mobili elevabili.

Attualmente però, anche se il lavoro con funi è considerato un metodo tecnicamente sicuro, in quanto il sistema si basa su doppia sicurezza, posizionamento (fune di lavoro) con protezione anticaduta (fune di sicurezza), la norma precisa che è sempre necessario privilegiare la scelta di mezzi di protezione collettiva o di attrezzature di lavoro, tranne i casi in cui questa scelta non sia tecnicamente possibile.

E’ probabile, comunque, che si arriverà ad una modifica delle norme cogenti anche in virtù del fatto che appare necessario iniziare a ragionare in termini di “sostenibilità”, non solo economica ma anche “ambientale”. Non v’è dubbio che la fabbricazione, l’immagazzinamento, i trasporti e le attività di allestimento di un ponteggio abbiano un significativo “impatto ambientale”, ancor più se raffrontato con l’esecuzione di opere su fune.

Il fattore economico non può quindi essere preso in considerazione come parametro univoco di scelta dell’operatività da applicare ad un certo tipo di intervento in quota, trattandosi di un beneficio che non può mai andare a discapito della normativa e soprattutto della sicurezza dei lavoratori.

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F.to Redazione Tecnica